segnalazione: IL CINEMA SONORO HA INVENTATO IL SILENZIO – UN PERCORSO TRA CINEMA E FILOSOFIA a cura dell’Associazione Blow Up – sabato 12 maggio ore 21.30 – ex-scalo ferroviario merci La Piccola – Porto Sant’Elpidio
Nell’ambito della prestigiosa manifestazione “Esercizi di fotografia” organizzata dall’associazione “petit maison de son et lumières” e dedicata quest’anno al tema del “Silenzio”, l’associazione Blow Up di Grottammare avrà l’onore di curare la serata del 12 maggio dal titolo IL CINEMA SONORO HA INVENTATO IL SILENZIO.
Saranno il pensiero della scrittura delle immagini in movimento, sostanziate dalla visione di sequenze di opere di grandi autori della storia del cinema a caratterizzare gli approfondimenti estetici e linguistici dell’incontro. Un’occasione rara per dedicarsi al cinema, non limitando esso al gusto retinico e circostanziale, ma destinandolo a tutte quelle profonde volontà di pubblico desideroso di apprendimenti complessi.
La serata si articolerà in un percorso che vuole indagare il silenzio declinandolo a livello visivo e cinematografico e ricollegandolo ad alcune prospettive interpretative proposte dalla filosofia. L’incontro si dividerà in tre “sezioni”: 1. il cinema sonoro ha inventato il silenzio; 2. che cos’è il silenzio a livello visivo; 3. forme di silenzio nel cinema.
“Esercizi di fotografia” 6^ edizione 12-20 maggio 2018
Silenzio
Un fare di occhi per una provvisoria attesa
Il silenzio non è il “limite del linguaggio” ma la comprensione del linguaggio come limite.
Indubbiamente l’umanità si è sviluppata nel corso dei secoli in uno scenario scandito dall’incessante presenza dei suoni e dalla loro alternanza con ciò che viene definito silenzio. Ma occorre riflettere: mentre il suono è legato ad una manifestazione sensoriale associata ad uno stimolo fisico, viceversa il silenzio è la condizione di quiete del mezzo che lo trasferisce. Nel mondo antico la vita era tutto silenzio. Con l’invenzione della macchina, nacque il rumore, trionfando poi esso supremo sulle sensazioni degli individui.
La condizione della sempre più crescente produzione di suono, e della conseguente esposizione ad esso che sta a significare l’evoluzione e il progresso, al contempo genera il rifiuto ancestrale del silenzio associandolo ad una concezione drammatica della vita significata nella morte. Al di fuori del contesto strettamente sonoro si possono trovare numerosi esempi significativi di come il silenzio istauri relazioni meno subordinate rispetto al suono. A tal proposito, l’elemento di comunanza tra i vari campi del sapere e delle arti parrebbe essere la forza potenziale del silenzio a muovere verso la comprensione del limite dei linguaggi e delle espressioni. Da questa temperatura d’approccio, vorrebbero scaturire i motivi di riflessione dedicati al “silenzio”. Ancora un’approfondita occasione per ripensare le questioni che governano la senzazione, la percezione e la rappresentazione.
E nella consapevolezza che il traguardare la sapienza per ottenere l’esattezza è comunque presuntuoso, nella tradizione dei nostri “esercizi”, ancora per una volta, si vuol coinvolgere un ampio sistema di pensieri correlati, critici e illustrativi, destinandolo alla ricerca di quell’illuminazione fatta di dubbio e di mutamento.